Il bilancio della Politica Agricola Comune sarà uno dei primi interventi su cui lavorerà la neo-commissione Europea che si insedierà a fine anno. Si tratta di una quota rilevante per il mondo delle campagne a sostegno del reddito degli agricoltori e degli allevatori pari a 384 miliardi per il settennio da suddividere tra i 27 Paesi dell’Unione Europea.
Ma già si prevedono importanti tagli al budget pluriennale e quindi anche l’Italia dovrà fare i conti con una riduzione rispetto ai 50 miliardi previsti dall’attuale Pac.
Le proteste dei mesi scorsi, con i trattori che hanno invaso le città europee, non possono lasciare indifferente la nuova legislatura europea chiamata a bilanciare gli interessi di sostenibilità ambientale dettati dal “Patto Verde”, con una maggiore attenzione agli aspetti sociali ed economici.
“Non avrebbe senso un’Europa più sostenibile sotto il profilo green ma molto più povera. Queste tematiche europee sembrano così lontane da noi ma, in realtà, hanno una ricaduta concreta nelle campagne, nel sistema della produzione, della distribuzione e della commercializzazione – evidenzia Giorgio Licheri, il direttore della Coagri, l’ente gestore del Mercato Agroalimentare della Sardegna – e producono inevitabili ripercussioni sul prezzo finale di vendita. Già da tempo assistiamo alla differenza di prezzo di produzione e al consumo che mortifica l’intera filiera. Su questo aspetto c’è molto da lavorare – conclude Licheri – e il sistema dei mercati gioca un ruolo fondamentale che si collega strettamente alla rete della ristorazione”.
Migliorare la posizione e il reddito degli agricoltori nella catena del valore che deve essere sempre più equa e trasparente, rappresenta una priorità per rendere il settore più competitivo e rientra perfettamente negli altri due aspetti che caratterizzeranno la politica europea nei prossimi anni: il nuovo regolamento sulle informazioni al consumatore e la disciplina già in vigore delle pratiche sleali che diventerà sempre più stringente. Per la prima volta il 4 giugno scorso a Roma, nella sede del Cnel è stato presentato il Rapporto intitolato “i mercati all’ingrosso nella filiera agroalimentare” curato dall’istituto Ismea in collaborazione con la rete di Italmercati che riunisce le 22 principali strutture logistico – distributive italiane. L’analisi fa il punto sul ruolo del sistema dei mercati all’ingrosso, sulle relazioni con gli agricoltori, la valorizzazione delle produzioni locali e la gestione degli sprechi. “Dal rapporto emerge che nel settore agroalimentare italiano sono 84 mila le imprese di intermediazione e commercio all’ingrosso che collegano i vari attori della filiera. L’ortofrutta si conferma il primo settore dell’agricoltura italiana – spiega il presidente della Cogari Vincenzo Pisano – con un valore pari a 17 miliardi di euro che corrispondono al 26% della produzione agricola nazionale. Il mercato di Sestu fa parte della rete di Italmercati a cui aderisco oltre 4100 imprese, rappresentate da grossisti, intermediari e aziende agricole. Il nostro mercato – conclude il presidente Pisano – assicura i servizi ai produttori, ai clienti, alla grande distribuzione, al dettaglio specializzato, agli ambulanti, alla ristorazione e alle mense pubbliche e private”.